A scuola di impresa per imparare a vivere

Alla fine di maggio Angelo Candiani, presidente di ASLAM Cooperativa Sociale, ha partecipato a un incontro-intervista con gli studenti delle quinte classi del Liceo Scientifico dell’Istituto Salesiano San Lorenzo di Novara. L’evento fa parte del progetto Italy4Future, promosso dal mensile cartaceo e quotidiano on line della zona di Novara “L’Opinionista”, e che ha come obiettivo il coinvolgimento dei giovani, per aiutarli a coniugare formazione e lavoro puntando sulla responsabilità sociale. La modalità ideata è quella di fare incontrare studenti e imprenditori, facendo emergere l’aspetto etico della vita e del lavoro di questi ultimi, anche attraverso le domande dei giovani.

Giovani a colloquio con gli imprenditori

Ne sono nate una serie di interviste on line, dove Sabrina Marrano, direttrice de “L’Opinionista”, e i giovani partecipanti hanno potuto rivolgere domande profonde e vere agli imprenditori che hanno deciso di coinvolgersi. A una di esse è stato invitato anche Candiani di ASLAM: il racconto è partito dalle sue esperienze scolastiche, familiari e lavorative. Nelle scelte in questo ultimo ambito Candiani ha sottolineato la fiducia in alcuni amici che lo hanno accompagnato. Dopo diverse attività, ha raccontato sempre il presidente di ASLAM, si è trovato davanti alla dicotomia tra tanti disoccupati e tante aziende che cercavano personale: “Ho capito che volevo fare qualcosa perché i ragazzi potessero trovare lavoro, e così a maggio del 1996 è nata ASLAM, scuola di formazione professionale. Siamo partiti con un corso per meccanici, perché erano le figure più ricercate dalle aziende della zona, l’Alto Milanese”. Oggi ASLAM “ha oltre 50 dipendenti, circa 400 collaboratori, per la maggior parte uomini d’impresa che insegnano ai ragazzi il mestiere”. Nel 2010, poi, sono nati gli ITS, Istituti Tecnici Superiori di alta formazione post-diploma” sempre pensati per sposare la formazione con le necessità professionali delle aziende.

Tante domande per scoprire il senso della vita

Candiani ha raccontato numerosi episodi della sua vita, che hanno suscitato tante domande da parte degli studenti.

Come quella su come capire i passi da fare nella vita, seguendo i propri principi: “Grazie all’intelligenza che ci è data non ci è precluso nulla, e proprio attraverso di essa, se stiamo attenti, siamo in grado di intercettare nella vita la strada da percorrere” ha risposto Candiani. “E la strada, insieme al significato di essa, si esprime in ciò che fai: con il tuo sì contribuisci alla costruzione del mondo”.

Vittoria ha individuato nel racconto di Candiani una profonda fede, e ha domandato dunque come essa stia in rapporto con la diversità e l’inclusione, in una scuola dove ci sono studenti che vengono da ogni parte del mondo. “È una domanda che mi commuove” ha detto Candiani. “Non ho cercato collaboratori che la pensassero come me, ma disponibili a giocare la propria libertà: da ciascuno di loro ho imparato tantissimo e grazie a loro sono maturato. Un mio maestro diceva che ‘bisogna amare la libertà dei giovani più che loro stessi’: è un lavoro che non finisce mai, non capisci come accada, ma nel tempo ti scopri a farlo! Ma, se ci pensi, tu cosa desideri veramente se non questo? Incontrare persone, siano essi collaboratori o studenti, che sono diversi da te ti fa scoprire che siamo tutti creati con le stesse esigenze e desideri”.

Attraversare le difficoltà

Alessandro è rimasto colpito da come Angelo ha scavalcato le difficoltà per seguire la propria strada. Come è possibile? “Direi che le difficoltà non si scavalcano, si attraversano”, ha risposto Candiani. “E poi c’è bisogno di fare esperienza del perdono: di perdonare gli altri, ma soprattutto di essere perdonati. Noi resistiamo a perdonare noi stessi, perché prevale il moralismo. In generale, capisco che ogni circostanza ti è data perché tu possa crescere, maturare, capire che la vita è un dono ed è abbracciata e per arrivare a scoprire per cosa siamo fatti”.

Don Giorgio Degiorgi, direttore dell’Istituto San Lorenzo, ha ricordato che nel 1852 Don Bosco ha firmato il primo contratto di apprendistato nella storia italiana: “Penso che il suo sogno continui nelle opere come ASLAM”.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti da parte degli imprenditori che fanno parte del comitato di Italy4Future e con la promessa di incontrarsi presto nuovamente.

 

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